Con CHEAP LUXURY si intende lo stile che riesce ad un unire in modo conscio e coordinato, elementi cheap con elementi di lusso.
Il consumatore infatti è libero di applicare questa operazione di combining su due fronti diversi: da un lato accostando, nello stesso outfit, pezzi di natura opposta (ad esempio delle ciabatte in gomma con una pelliccia di visone oppure una felpa oversize abbinata a stivali in raso di seta), dall’altro mixando capi e accessori che, già di per sé, presentano elementi contrastanti cheap (plastiche, corde, reti, gommapiuma) e top level (seta, lane pregiate, pellami). Per esempio, l’abbinamento di una paio di scarpe in gomma con inserti di pelliccia ad un maglione di cachemire, porterebbe ad amplificare al quadrato l’effetto della tendenza. Il risultato è molto interessante sia da un punto di vista economico che dello stile poiché riflette l’andamento del mercato direttamente nello styling degli outfits che diventano, in qualche modo, lo specchio dell’atteggiamento polarizzato dei consumatori, sempre più trasversali.
Cheap luxury è un trend che punta l’attenzione su due elementi ben precisi: i materiali e i tessuti di natura opposta (plastica/pelliccia oppure piume/corda) che possono essere accostati e combinati nello stesso outfit creando effetti tattili e visivi quasi destabilizzanti ma allo stesso tempo fortemente fashion; e gli accessori, che la maggior parte delle volte, presentano entrambe le caratteristiche cheap luxury (per esempio le collane dell’ultima sfilata dell’inverno 17/18 di Christopher Kane costitute da pietre dure e perline).
Proprio nelle collezioni dello stilista Chrisopher Kane si nota quasi sempre questa volontà di creare dei veri e propri mash-up di lusso e spontaneità; il suo punto di forza infatti è la capacità di realizzare bricolage unici e couture (ricami a mano, pizzi, pellicce) e accenni cheap (anelli di metallo, fascette da elettricisti colorate, PVC, sacchetti di plastica) svecchiando così le tecniche sartoriali e decorative.
Le sue collezioni sono dei collage di memorie e riferimenti che sembrano casualmente assemblati e che producono un look complesso e variegato, mescolato con mano sperimentale, richiamando alla memoria lo stesso processo usato da Robert Rauschenberg per i famosi assemblages. Questo tipo di tendenza potrebbe svilupparsi in modo più completo nel campo dell’abbigliamento e degli accessori poiché riguarda principalmente tessuti e materiali; inoltre potrebbe essere interpretata anche per quanto riguarda il beauty e principalmente l’hairstyle: combinazioni variegate di elementi cheap utilizzati come strumento per la creazione di acconciature di alta complessità e struttura che quasi diventano delle vere e proprie sculture, come si vede nelle sfilate di Comme Des Garçons (uso del PVC) oppure Maison Margiela (uso di palloncini gonfiabili o di carta straccia abbinata a gioielli in argento). Con l’utilizzo di questo genere di materiali che possono essere definiti “umili”, quasi di scarto, il consumatore contemporaneo trova in qualche modo la sicurezza di poter comprare un prodotto che non mostri eccessiva opulenza ma che sia definito e riconosciuto come lusso solo dagli addetti al settore. E’ qui che risiede la caratteristica curiosa di questa nuova tendenza del paradosso: ovvero promuovere un prodotto o una combinazione di prodotti che esprime un lusso di nicchia permettendo contemporaneamente al consumatore di possedere un prodotto che all’apparenza sembra di scarto (passando così inosservato) ma che in realtà non lo è.
Pushed by Domizia Vanni