Solitamente, la bruttezza viene definita in opposizione alla bellezza ma, essendo entrambe nozioni piuttosto soggettive, non possono essere univoche. Non pensate che sia meglio definirlo come diversamente bello? Da sempre, questo interrogativo fa capolino in vari ambiti: dall’estetica, all’arte fino ad arrivare alla moda dove, negli ultimi anni, ciò che veniva definito “brutto” è diventato addirittura cool. Ecco che uscire con la vestaglia del pigiama, i capelli arruffati e le imperfezioni in bella vista ti permette di assicurarti un posto sulla nuova copertina di Dazed (fashion magazine ndr). Poi però, dando uno sguardo al passato, ad esempio agli anni ’80, ci accorgiamo che solo vent’anni fa il concetto di bellezza era tutt’altra cosa: muscoli perfetti, nessun capello fuori posto, luccichii, strass e paillettes. Allora mi domando: dove sta il giudizio? Sicuramente negli occhi di chi guarda e nei canoni imposti dalla società in cui viviamo.
Prendiamo in esame il caso Balenciaga che, da qualche anno, ha cambiato la direzione creativa reinventando completamente il design e il concept del brand, puntando l’attenzione sul prodotto. Immaginate cosa penserebbe, ad oggi, il vero Cristobal, che negli anni 50 realizzava con le proprie mani ogni minimo dettaglio di un abito senza considerarlo un semplice prodotto, bensì una vera opera d’arte. Per lui il bello era un concetto semplice: eleganza, raffinatezza e perfezione. E oggi? Provate a pensare a tre aggettivi che descrivono il bello per Demna Gvsalia (direttore creativo di Balenciaga ndr). Io direi: innovatore, contemporaneo e giovane. Tuttavia, il parallelismo tra i due non è forse così azzardato come si pensa dal momento che, anche Cristobal, proprio come Demna, è stato un vero revolutionary man introducendo, ad esempio, la gonna baloon e il celebre cappotto cocoon. Balenciaga oggi è un marchio più raggiungibile in termini di estetica; ai tempi di Cristobal le vere icone del brand erano donne intellettuale, dell’alta aristocrazia, di una ristretta élite, oggi ci basta frugare nel guardaroba delle nostre amate nonne per trovare una giacca usata o, ancora meglio, una borsa simil Balenciaga. Pensate, per esempio, alla famosa big bag a righe che le nostre nonne usano per fare la spesa o la Frakta, la shopper blu del colosso svedese Ikea del valore di 0.60 centesimi che usano per raccogliere i vecchi vestiti e che Balenciaga ha riproposto in pelle dal valore di 1700€.
Senza giudizio alcuno, io chiamo nonna per sentire se mi presta qualche borsa!
Pushed by Domizia Vanni