Una sedia rossa, vuota, a contemplare un quadro, rosso anch’esso. “Perfect Doctrine”, l’opera che apre il percorso della mostra ¿Soy Cuba?, alla Palazzina dei Bagni Misteriosi di Milano, fino al 19 Novembre è una mise en abyme dell’intera rassegna: un’arte che cerca sé stessa, guardandosi allo specchio, al netto dei retaggi ideologici.
Cosa significa essere artisti e cubani, oggi, in un’isola che è al tempo stesso l’ultimo residuo della Guerra Fredda ma che, post embargo, si è trovata a contatto con un Occidente fino a poco prima distantissimo?
“Soy Cuba”, nata da un’idea di Marina Nissim, cerca di rispondere a questo interrogativo attraverso le creazioni pittoriche, performative, fotografiche e le installazioni site-specific di otto giovani artisti cubani, nati tutti negli anni Ottanta, la cui ricerca si snoda attraverso una moltitudine di soggetti, materiali, linguaggi e stili differenti.
Ci sono i quadri intimi, delicati e misteriosi di Alejandro Campins, le riflessioni su parole e significati di Elizabeth Cervino; la performance di Luis Enrique López “Otro Juego de Piscina”, poi rappresentata in forma fotografica e filmata all’interno della mostra; ma anche Susana Pilar Delahante, che parla al pubblico della violenza di cui tutti siamo un possibile bersaglio attraverso l’installazione video “Paranoia”. E poi ancora Leandro Feal, che tramite i social e nello specifico Instagram documenta come stiano cambiando la vita notturna, gli incontri, i costumi della società cubana; Osvaldo González modifica invece lo spazio tramite le sue opere di scotch, che guidano lo spettatore in percorsi differenti da quelli usuali; mentre Reynier Leyva Novo presenta la sua installazione “El beso de Cristal“, dove una lunga fila di bicchieri serigrafati con la successione cronologica dei Presidenti degli Stati Uniti incontra i bicchieri che rappresentano i Presidenti cubani. Le due file terminano con i Presidenti che hanno segnato la storia più recente: Raul Castro e Barak Obama. Infine, Suelo Autoctono di José Yaque, cementa terra e libri italiani, autoctoni appunto, come una scoperta archeologica nel sottosuolo della Palazzina.
Pushed by Gloria Presotto