Dolce&Gabbana
Dolce&Gabbana sono un duo iperbolico. E così sono le loro collezioni: una sinfonia cacofonica e bellissima di tutto quanto fa parte del loro immaginario. Per la p/e 2017 mandano in passerella Tropico Italiano. La collezione dell’impossibile, della contraddizione e che porta con sé una spinta di novità che le passate non avevano. Nel front row siedono diversi millenials: star del web, youtubers, musicisti 2.0 con migliaia di contatti. La freschezza di queste new faces è la stessa degli abiti: non mancano il barocco e le forme da abito della domenica ma le stampe sono giocose e gioiose, i jeans portano ricami funambolici, le sete si dipingono di confezioni di passata di pomodoro, spaghetti, fiori dai colori sgargianti. Addirittura Stefano e Domenico si appropriano delle t-shirt fake letteralmente scrivendo Docce&Gabinetti per il gran finale dello show. L’uso della & commerciale è poi un flashback evocativo dei tempi in cui ai giovani e giovanissimi era riservata la linea di diffusione D&G, chiusa nel 2011. La declinazione di questa rinnovata freschezza non dimentica, tuttavia, l’aspetto più importante, al quale il duo guarda con lungimiranza da tempo. Uno show è un racconto, ogni look una pagina, ogni capo una parola. Quel che coinvolge – e vende – non è una prova impeccabile bensì quella più densa di emozione e verità. La verità secondo Dolce&Gabbana.
Marni
La donna Marni è una di quelle donne dalla femminilità insolita, a tratti criptica. Da sempre Consuelo Castiglioni spinge la sua clientela ad appropriarsi di un’idea di sensualità atipica. Per la p/e 2017 l’iterazione è, se possibile, ancora più radicale del solito. La prima impressione è che la designer stia giocando con i codici del workwear reinterpretando giacche da lavoro, tute da officina che si fanno abiti da cocktail e volumi generosi. Addirittura ironizza sui pepli della couture anni ’50 cingendo la vita delle modelle con cinturoni-marsupio. La palette cromatica è altrettanto assoluta: non mancano alcune stampe ma le nuances più dirompenti sono colori-non-colori o colori assoluti. Compaiono timidamente alcuni capi plissettati che pagano un tributo al maestro in materia: il giapponese Issey Miyake. Non stupisce questo riferimento alla moda giapponese che Marni ha sempre omaggiato con una resa assolutamente all’italiana. Questa collezione fa punto e capo rispetto alle precedenti nelle quali la ricchezza dei capi la faceva da padrona. La prossima estate è altrettanto ricca ma di idee insolite, criptiche, atipiche. Assolute.
Trussardi
L’invito alla sfilata Trussardi per la p/e 2017 riporta una stampa, una nuova versione del logo della maison, che si immagina sarà leitmotiv della collezione. In verità la passerella è ricca di idee altrettanto nuove e ancor più convincenti. Gaia Trussardi riveste il ruolo di direttore creativo dal 2013 e in questi anni ha lavorato duramente per riuscire a dare nuovo lustro al marchio trovando anzitutto la sua cifra creativa. Questa collezione racconta un percorso certamente più personale, fortunatamente ardito e libero dalle catene del passato. Le pelli laminate, i colori brillanti e dalla finitura glossy di molte uscite sono la vera nota distintiva di questa prova, che resta fedele agli stilemi del marchio soprattutto nella scelta delle forme, forte del savoir-faire artigianale. Il taglio sbieco è l’altra ricorrenza che testimonia un approccio non banale e non solo visuale nel concepimento di questo show. Ricorre come taglio di abiti in seta, come cucitura delle gonne in pelle, nei cocktail dress annodati in vita. Certo le idee sono tante e meritano tempo per essere comprese. Il vero successo sta nell’emancipazione di Gaia Trussardi incamminata su un percorso nuovo e brillante.
Pushed by Martino Carrera